Da ventisei secoli esiste sul nostro pianeta un caposaldo
della Spiritualità: il Jainismo, la Dottrina della Nonviolenza e dell’Amore
universale.
Mai fu compiuto in ambito spirituale passo più deciso e rigoroso nella direzione
dell’eliminazione della violenza.
Il Jainismo entra in contatto con il Sacro nel suo livello più profondamente
universale.
La regola aurea del Jainismo è: “VIVI E LASCIA VIVERE, AMA TUTTI, SERVI TUTTI”,
dove per “tutti” s’intende ogni creatura, umana, animale e vegetale, ma anche la
terra, l’acqua, l’aria....
Più che una religione, il Jainismo è un insieme di indicazioni per raggiungere
la retta condotta e la retta conoscenza, nell’assidua ricerca dell’essenzialità
e della purezza.
Qui non esistono un Dio o più Dei creatori dell’universo; viene proposta, invece,
una spiegazione scientifica dell’origine dell’universo, eterno e increato.
Nel Jainismo vi è il superamento della necessità di rappresentare un creatore:
Dio è l’Essenza vitale che anima ogni singola creatura nell’infinito universo,
senza distinzioni né separazioni legate ai corpi materiali.
Ogni vivente porta dentro sé stesso il marchio indelebile di una appartenenza
più grande; ogni vivente è, esso stesso, rappresentazione dell’Eterno, e aspira
a liberarsi del corpo materiale per rifondersi nell’Assoluto.
Il Jainismo propone un modo di vita nobilitante e ottimista per il
raggiungimento dell’armonia spirituale universale e dell’autoconsapevolezza,
attraverso la pratica rigorosa della Nonviolenza (Ahimsa) e attraverso l’impegno
personale finalizzato alla percezione della realtà cosmica eterna.
Solo attraverso l’impegno individuale, infatti, è possibile porre fine
all’afflusso di karma (sia fausto che infausto) e svincolarsi così dal ciclo
trasmigratorio che incatena l’anima alla materia.
A differenza dell’Induismo, in cui l’uomo subisce il proprio karma, nel Jainismo
è l’individuo che interviene direttamente sul proprio karma.
Inoltre, a differenza del Buddismo, che propone la ricerca della “via di mezzo”,
nel Jainismo ogni individuo è dotato di un’anima propria attiva nel processo
della sua stessa Liberazione, e il distacco è un passaggio indispensabile per
ottenere la rifusione nell’Assoluto.
Il termine Jainismo definisce l’antica strada spirituale della Nonviolenza e
deriva da Jina, “vittorioso spirituale”; designa colui che ha vinto sui propri
nemici interiori e sulle cose terrene: attaccamenti, passioni, collera, paure,
egoismo, odio, malignità, crudeltà, indifferenza, avidità,…..
Il Jainismo propone antiche tecniche di meditazione per l’ottenimento della
padronanza della dimensione interiore, attraverso la concentrazione e lo
sviluppo della percezione intuitiva.
Estraniandosi dal proprio corpo e dal proprio ego, ci si può
avviare con successo verso il raggiungimento della purezza, dell’equilibrio e
della serenità interiore.
Il Jainismo non è una religione esterna, simbolica o dogmatica; non cerca di
convertire le folle; qui non vi sono sacramenti, intermediari, un papa, un
organismo centrale, riti di iniziazione. E’ invece una Dottrina spirituale molto
ecumenica.
Il Jainismo invita a entrare in contatto con sé stessi, domandarsi quale sia il
proprio obiettivo ultimo, umiliare e abbandonare l’egocentrismo, la vanità,
l’egoismo, le passioni, fondersi con la Divinità, visualizzare e rimuovere i
nemici interiori, adottare la concentrazione e la meditazione: questa è
considerata la strada verso la vera umiltà e la vera Liberazione. Su questa
strada ci si può avviare nella direzione della pace, la salute,
l’autorealizzazione, la serenità e l’equilibrio.
Questa strada è già segnata dentro il cuore di ciascuno; è necessario soltanto
imparare a riconoscerla e a percorrerla affinché l’ io individuale sia guidato a
fondersi con l’Io universale.